Questo mese proviamo a fare qualcosa di diverso. Apriamo la nostra Bibbia al capitolo 3 del Libro di Daniele e leggiamolo interamente. Inquadriamo il contesto storico: il popolo del Signore in esilio, deportato in una terra straniera, Babilonia. Facciamo una sintesi. Gli israeliti costretti a sottomettersi al re pagano di quella città, Nabucodonosor. Questo re un giorno fece una statua d’oro, ordinando a ogni persona di ogni nazione e lingua, di inchinarsi e adorarla. Se questo non fosse avvenuto la pena sarebbe stata il finire immediatamente dentro una fornace ardente. Alcuni giudei non si inginocchiano. Sono tre giovani preposti all’amministrazione della provincia di Babilonia. La notizia arriva al re che li interroga e constata la disubbidienza al suo decreto. Fermi nel loro proposito i tre spiegano che non sarebbero stati disposti a prostrarsi ad adorare la statua d’oro. Il re non la prende bene e si infuria condannandoli alla fornace ardente. I tre sono gettati nel fuoco. Non sembra esserci più speranza. Ma Dio non è ancora entrato in azione……

La vera adorazione ha un impatto spirituale enorme tra le potenze celesti. Quando gli apostoli furono accusati e incarcerati per aver insegnato nel nome di Gesù dovettero passare per dure prove e sofferenze. Furono oggetto di scherno e di violenze, eppure non si rifiutarono di parlare, non si fermarono. Anche se minacciati di morte non tornarono sui loro passi. Sapevano che erano nel giusto e che Dio li avrebbe protetti. Pietro e gli altri apostoli dissero:”Bisogna ubbidire a Dio anzichè agli uomini” (Atti 5:29). Questa fede è quella che Dio benedice. Quando si trovarono in difficoltà un angelo li liberò dalla prigione (Atti 5:19) e comandò loro di continuare a predicare. Loro, ubbidienti, lo fecero. Molti uomini furono compunti da quell’esempio e credettero alla Parola diventando discepoli e adoratori dell’unico e vero Dio (Atti 4:4, Atti 6:1). Quanto simile è questo racconto con quello che riguarda i tre giudei di Daniele 3. Anche loro adorarono il vero Dio, anche loro furono accusati del loro e obbligati a rinnegarlo se avessero voluto conservare la vita, anche loro di fronte alle minacce non si fermarono, anche loro sapevano di essere nel giusto, anche loro furono protetti da Dio e liberati da un angelo, anche loro furono esempio di fedeltà e ubbidienza che convinse altri uomini a credere in Dio e a confidare in Lui e nella Sua potenza. Anche Paolo, similmente soffrì per la sua fede, ma non cessò mai di predicare la Verità della Parola. Un giorno disse a Efeso, città piena di idolatria per la dea Diana, che quelli costruiti con le mani d’uomo non sono dei (Atti 19:26), riferendosi ai tempietti che facevano arricchire gli artigiani e che distraevano gli uomini dalla vera adorazione e dal vero Dio. Anche i tre giudei lo sapevano: quella statua non avrà mai la nostra adorazione (Daniele 3:18). Sapevano che potevano affidarsi al Dio della loro salvezza. “Quand’essi grideranno al Signore a motivo dei loro oppressori, Egli manderà loro un salvatore e un difensore a liberarli” (Isaia 19:20). Cosa accadde a quei tre uomini? Nabucodonosor vide con i suoi occhi che quei giudei camminavano in mezzo al fuoco senza alcun danno e per di più erano sciolti; non tre, bensì quattro uomini e quest’ultimo aveva l’aspetto di un figlio degli dei. Un angelo salvatore e difensore a liberarli, a scioglierli da quei lacci legati dagli uomini più vigorosi dell’esercito di Nabucodonosor. Come per gli apostoli, anche loro poterono godere della vista di un Salvatore capace di liberarli.
Anche noi eravamo un tempo incapaci di adorare veramente, anche noi eravamo intrappolati nelle catene del peccato. Ma un giorno il Liberatore spezzò definitivamente questo legame di morte per offrirci la libertà della vita. Il Suo nome è Gesù Cristo, nostro Signore, nostro difensore e liberatore. Se solo tu lo conoscessi potresti sperimentare la Sua potenza redentrice nella tua vita e come Nabucodonosor potresti anche tu affermare: “non c’è nessun altro Dio capace di salvare in questo modo” (Daniele 3:29).